Quantcast
Channel: La città nuova » ICEI
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

Generazione Creativa, ecco i cortometraggi vincitori

$
0
0

Il blog de La Città Nuova ha sostenuto e seguito il concorso Generazione Creativa, dedicato ai giovani videomaker milanesi tra i 16 e i 22 anni nell’ambito del festival riGenerazioni: un progetto della ONG ICEI in partenariato con il Comune di Milano. A qualche settimana dalla sua conclusione ho incontrato gli autori dei tre video vincitori del concorso, che aveva lo scopo di arricchire il dibattito sulle nuove forme di cittadinanza e sul rapporto dei ragazzi e delle ragazze con Milano. I tre corti premiati sono stati:

“Sofia”, del Cinelab C.D. Giambellino: Mohamed Boughanmi (regia), Kim Talacay (fotografia e montaggio), Pasquale Salerno (produzione), Morgana Mazzei (assistente alla regia), Sofia Petris (attrice), Nicolas Tenorio (storyboard).
“Il razzismo è una brutta storia”, della classe 4a B dell’ITSOS Albe Steiner.
“Milano città plurale”, della classe 2a E dell’Istituto professionale Oriani Mazzini.

Gli studenti della 2E dell’Istituto professionale Oriani Mazzini hanno partecipato al concorso raccogliendo con entusiasmo l’invito dei loro insegnanti. Come ricorda Erika Mangiameli, «ci sembrava una bella occasione per collaborare e realizzare qualcosa insieme. Il nostro punto di partenza è stato il termine integrazione, perché secondo noi è legato alla situazione attuale in molti paesi europei e sicuramente in Italia». Il loro video, “Milano città plurale”, dopo la breve introduzione al tema, racconta con disarmante sincerità le storie delle compagne e dei compagni di classe di origine straniera, con tutte le difficoltà e le paure di chi si trova ad affrontare una realtà nuova, talvolta ostile. Fra le storie raccontate nel cortometraggio, c’è anche quella di Hasnaa Mahmoud, di origine egiziana,

«ho accettato di parlare delle mie vicende personali, anche se a volte difficili, perché non ho nulla di cui vergognarmi. In passato ho sofferto tanto, mi sono sentita spesso osservata e giudicata per la mia religione e per il fatto di portare il velo, ma fare questo video mi ha fatto capire che tante altre persone hanno vissuto le stesse cose.»

Gli studenti della 2E dell’Istituto Oriani Mazzini

Al contrario, gli studenti della 4B dell’ITSOS Albe Steiner non hanno puntato sulla narrazione tradizionale, ma sull’impatto visivo e sulla potenza di alcune semplici frasi sull’ampio tema del razzismo. Dice Claudiu Rednick, ideatore del progetto: «Abbiamo utilizzato la tecnica del montaggio delle foto in serie, sfruttando l’attrezzatura e la sala di posa della nostra scuola». Così hanno sintetizzato tante storie diverse in una serie di concetti e sono riusciti a realizzare il video in poco tempo, assegnandosi reciprocamente dei ruoli ben precisi.

«Purtroppo – afferma la classe – la cittadinanza non è un argomento che affrontiamo spesso a scuola,ma per alcuni di noi il tema della doppia identità è forte

Samanta Maldonado e Kelly Bernavis, rispettivamente originarie del Perù e della Colombia, confermano l’esistenza di un conflitto interiore tra paese di provenienza e Italia, legato soprattutto al rapporto con la comunità d’origine e il nuovo gruppo di pari. Samanta ha voglia di sfogarsi: «Tu passi la maggior parte della tua vita in Italia e ti senti italiano, ma la tua famiglia viene da un altro paese e a casa vivi un’altra cultura, perciò ti trovi a cavallo tra due identità. Io sento questa dualità molto forte, spesso per colpa degli altri: se mi trovo in un posto con tante persone italiane che non mi conoscono, sono etichettata come straniera, mentre in una comunità peruviana sono considerata italiana. Molto spesso mi sento estranea a entrambi i mondi, invece sono il frutto della loro mescolanza. Ho dovuto fare un lavoro personale molto importante, perché durante i primi anni vissuti in Italia ho sentito un certo razzismo nei miei confronti. Adesso mi definisco italo-peruviana, ma in passato ho vissuto un profondo un conflitto interiore: mi sentivo italiana, ma non volevo “tradire” il Perù».

Gli studenti della 4B dell’ITSOS Albe Steiner

Completamente diverso è stato il coinvolgimento rispetto al concorso della troupe di “Sofia”, il corto vincitore. Il progetto era nato un anno prima per la partecipazione a un cosiddetto “48 ore”, un contest che prevedeva la realizzazione di un corto su Milano in sole 48 ore. Purtroppo il collettivo del Cinelab C.D. Giambellino non era riuscito a consegnare nei termini e così aveva continuato a lavorare sul film per mesi, prima di ritenerlo pronto per altri concorsi. Anche perché, come ricorda il regista Mohamed Boughanmi, «abbiamo avuto un approccio molto istintivo, in fase di partenza non c’è stato un pensiero vero e proprio. Abbiamo individuato alcune zone di Milano e lì abbiamo fatto le riprese, ma poi si è trattato di una regia di montaggio. Avevamo oltre tre ore di girato e quindi la maggior parte delle scelte le abbiamo fatte in fase di montaggio, a posteriori».

Milano e la sua diversità sono al centro del film insieme alla giovane protagonista, Sofia, che passa da una situazione all’altra, da un luogo all’altro della città. «Tutte le scene sono state girate lo stesso giorno, in pieno giugno, e siamo stati guidati semplicemente dal susseguirsi degli eventi, dagli incontri inaspettati e dagli improvvisi cambiamenti climatici. Ricordo che al mattino era caldissimo, mentre la sera è scoppiato il temporale e io ero proprio sotto l’acquazzone, infreddolita e stanchissima. Le risate e le lacrime del film sono tutte vere, non potevo fare niente per trattenermi.»

“Sofia”, del Cinelab C.D. Giambellino

Proprio nei confronti di Milano, continua Mohamed, «c’è stato da parte mia un pensiero iniziale, ispirato a Pasolini. La mia intenzione era sottolineare la divisione tra periferia, identificata nel corto con il Giambellino e la Barona, e centro: l’una ricca di contraddizioni, ma autentica, fatta di rapporti umani veri e sinceri; l’altro stucchevole e ridondante, spesso basato sulla falsità delle relazioni».
Ma qual è stata la complicazione maggiore nella realizzazione del corto? Secondo Morgana, assistente alla regia,

«la difficoltà più grande è stata metterci tutti d’accordo e organizzarci, ma riuscire a lavorare insieme è stata un’esperienza positiva, faticosa ma alla fine ricca di soddisfazioni».

Ci auguriamo che i risultati ottenuti al concorso Generazione Creativa portino fortuna ai video vincitori e che il talento di questi – e di altri – giovani creativi milanesi trovi ulteriori spazi di espressione, sempre maggiori, continuando ad alimentare il dibattito su alcuni temi cruciali per la città.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

Latest Images

Trending Articles





Latest Images